Contributo di Domenico Galbiati.
Secondo la nostra cultura delle autonomie che risale al pensiero di Sturzo, le Regioni devono affermare e sviluppare le loro peculiari potenzialità nel quadro di un concorso attivo e solidale alla prosperità dell’intera comunità nazionale. Questo è particolarmente vero per la Lombardia, che sa di essere il “motore” d’Italia e soprattutto uno dei motori d’Europa e merita che tale ruolo venga riconosciuto e sostenuto anche dal governo centrale. Si tratta di stabilire, a prescindere dai rispettivi colori politici, una circolarità di rapporti tra Milano e Roma, essenziale per l’Italia. Quel che succede a Milano è di per sé rilevante a livello nazionale. E possiamo aggiungere europeo. Infatti, sulla Lombardia incombe anche il compito e la responsabilità di rappresentare l’anello di congiunzione – anzi il “giunto cardanico” suggeriva un amico ingegnere – tra il nostro Paese e l’Europa. Entro una visione di quest’ultima – argomento su cui sarà necessario tornare, con una riflessione più puntuale – non può esaurirsi nell’asse franco-tedesco e nell’apertura ai Paesi dell’Est di più recente adesione all’UE. L’Europa deve riscoprire la sua essenziale vocazione mediterranea. Milano e la Lombardia, ponte storico, culturale, geo-politico ed economico tra il vecchio continente arroccato a Nord e la nostra penisola che nel “Mare Nostrum” si proietta, ha un compito fondamentale in quest’ottica.
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