Contributo di Domenico Galbiati
“Vogliamo riproporre il metodo degasperiano”. L’ ha affermato Franco Franzoni, candidato al Consiglio Regionale lombardo nella lista civica di Letizia Moratti, per la provincia di Brescia. Prima di lui, Mauro Zenoni, coordinatore del Centro di Presenza del partito, ha presentato anche gli altri quattro amici candidati che, con Franco a Brescia, rappresentano INSIEME nelle altre provincie: Isa Maggi a Pavia, Gaetano Lo Presti a Milano, Marcello Soprani a Varese, Erminio Zanenga a Cremona. “Il metodo degasperiano” contempla, anzitutto, una concezione rigorosa e, ad un tempo, pacata della politica, una modalità di confronto ragionevole, oggettiva, rispettosa dell’avversario, capace di ascolto, come oggi, in Lombardia, va riproponendo Letizia Moratti. Contempla, come ha ricordato Franzoni, un’attenzione privilegiata ai ceti più deboli. Esige che le forze politiche si rapportino secondo criteri di coalizione, capaci di dar vita non a mediocri compromessi di mero potere, ma piuttosto a mediazioni di alto profilo. A Brescia sono stati affrontati, in modo particolare, due argomenti: il tema dei trasporti e della viabilità, con l’ingegner Croce e la questione della denatalità e delle politiche familiari con l’amico Mario Sberna, fondatore e presidente dell’Associazione Nazionale delle Famiglie Numerose. Presenti all’incontro anche i sindaci di Castegnato e di Provaglio, è toccato a Tino Bino, l’amico più vicino a Mino Martinazzoli, evocare la specificità del territorio bresciano nella Lombardia, della cui estensione rappresenta il 20%. Tino Bino ha ricordato come la cultura politica del cattolicesimo democratico abbia trovato a Brescia uno dei momenti più alti della sua manifestazione. Sia sul piano del senso della politica, il riferimento ai grandi valori, ai grandi fini, ai grandi obiettivi di cui non può tuttora fare a meno, sia sul piano della capacità di governo e di gestione del territorio e della pluralità dei servizi che vi sono connessi. Ha ricordato il valore della “laicità” della politica, talmente cari ai cattolici bresciani da far si’ che il sindaco Trebeschi, allorché Paolo VI volle incontrarlo, chiese di essere accompagnato dall’ intero Consiglio Comunale, coinvolgendo, in tal modo, tutte le espressioni politiche della città. Ha ricordato il valore delle autonomie, la propensione di Martinazzoli per una concezione della politica che si ispiri a Guicciardini piuttosto che a Machiavelli e la convinzione di Mino che una cultura politica, come quella cattolico-democratica, non possa morire, pur dovendo vivere momenti carsici. Infine, l’amico Tino Bino ha richiamato la necessaria complementarietà tra Milano e Brescia.Hanno concluso la manifestazione gli interventi Stefano Zamagni che ha ribadito il ruolo centrale dell’economia civile per la creazione di un nuovo modello di sviluppo, nonché l’importante compito di co-progettazione e co-gestione che la sentenza 131/2020 della Corte ha riconosciuto agli enti di Terzo Settore. Infine, Letizia Moratti ha affrontato il tema del necessario equilibrio di cui la Lombardia ha bisogno tra i vari comparti del suo territorio per tornare a crescere dopo dieci anni di stagnazione, che vedono alcune province al di sotto o al limite inferiore degli indici di crescita del sePaese. Ed ha, altresì, ribadito la necessità che la Lombardia riassuma pienamente il ruolo di “Regione motore” non solo a livello nazionale, ma nei confronti dell’intera Unione Europea.